Udine: Coopca chiude i punti vendita, 400 dipendenti senza lavoro



Nei giorni più tesi della crisi CoopCa, all’ombra dell’acuirsi dello scontro tra soci e amministratori, avanza silenzioso lo spettro della disoccupazione per 400 dipendenti. Che dal 31 dicembre 2015, quando la cooperativa carica cesserà di esistere – almeno secondo le tappe forzate dettate nel piano concordatario, ma resta l’incognita di una fine anticipata, vista la difficile sostenibilità economica della gestione corrente dell’azienda – rischieranno di rimanere sulla strada, per dirla con le parole di Francesco Buonopane, segretario provinciale della Cigl Filcams. Preoccupatissimo per la piega che sta prendendo la vertenza.
Tavolo di crisi col Ministero
Deciso, insieme alle altre sigle di rappresentanza, a farsi sentire al Ministero dello Sviluppo economico, quando tra fine luglio e settembre è attesa la convocazione del secondo tavolo di crisi, dopo quello di meno di un mese fa insieme ad azienda, sindacati, la Regione Fvg e il Veneto.
E se proprio la Regione ha già assicurato per tramite dello stesso assessore al Lavoro, Loredana Panariti, che farà la sua parte, e ha dato la «la disponibilità ad attuare iniziative finalizzate alla ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori occupati sul territorio regionale anche attraverso specifici interventi formativi», la sirena suona, eccome.
I “segnali” da ottobre 2014



Suona da mesi, fa notare Buonopane, dal quel non troppo lontano ottobre 2014, a poco meno di un mese dall’istanza di concordato che la coopCa si è vista costretta a depositare in tribunale, quando sono scattati i contratti di solidarietà. Suona soprattutto per la Carnia. Quella montagna già piegata dalla crisi e dalle ferite dello spopolamento, dove «dietro i dipendenti ci sono famiglie intere».
È tutto ancora da fare per loro, accusa il sindacato. Loro, «doppiamente beffati», perché lavoratori, ma anche soci, azionisti. Una vita, insomma, in CoopCa. Loro che l’altra sera all’assemblea dei soci hanno fatto fronte comune con i prestatori, si sono uniti all’invettiva contro il cda, in barba ai metodi «divide et impera di questa amministrazione» ha detto qualcuno.
I meriti dei dipendenti
«Sono stati i dipendenti che hanno permesso alla struttura aziendale di continuare, nonostante questo siamo stati offesi dagli amministratori, ci hanno accusati di essere ingrati e ci hanno mortificati nella nostra dignità. Ho lavorato in CoopCa per 20 anni, un tempo ero orgoglioso, adesso mi vergogno» ha urlato al microfono una dipendente. Adesso temono il peggio.
Ci sono tante donne, tra il personale, non più giovani, da un giorno all’altro nell’età più difficile per reinventarsi un lavoro. Rimanere a casa significa restare senza stipendio e senza reddito. Perché la casa integrazione straordinaria attivata per i 628 dipendenti a decorrere dallo scorso 20 aprile resta in vigore solo per un anno.
Fonte Messageroveneto

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