Livorno: Invalidi 60enni, dopo lo sfratto l’ufficiale giudiziario gli sequestra l’auto

Sono disperati Annunziata Balestra ed Ezio Scifoni: da oggi sono senza macchina con cui poter uscire di casa. Sì perché l’appartamento in cui abitano, temporaneamente, è accessibile tramite una stradina privata, stretta e lunga alcune centinaia di metri, tutta in discesa, molto ripida, e con curve insidiose. Un incubo da percorrere a piedi soprattutto per loro, invalidi con patologie importanti. Una coppia, 61 anni lei e 68 lui, di cui avevamo raccontato l’odissea lo scorso anno: nel 2012 la crisi si è portata via, fallita, l’azienda di famiglia, senza più alcun reddito hanno poi fatto richiesta per alloggio popolare. Nel 2015, dopo uno sfratto esecutivo a fine 2014, servizi sociali e Comune gli avevano trovato questa abitazione temporanea (contribuendo all’affitto), nei pressi del cimitero di Campiglia.

Continuano a tirare avanti tra enormi sacrifici: invalido al 70 per cento, Ezio fino a gennaio ha fatto un anno di chemioterapia, mentre Annunziata è invalida al 67 per cento per malattie degenerative, ed entrambi hanno bisogno di visite mediche periodiche, specialistiche e di controllo, tra Piombino e Modena.Vivono con 460 euro circa e fanno salti mortali per mangiare e pagare le bollette. Tra qualche mese verranno trasferiti in un altro appartamento, ma senza più auto non sanno davvero come fare: era l’unico mezzo per andare in paese, magari a fare la spesa, e all’ospedale. E i figli di entrambi vivono altrove senza lavoro, e non riescono a dargli una mano.«Domani (sabato 27, ndr) verrà l’ufficiale giudiziario a sequestrarci la macchina – ha spiegato Annunziata –. Viste le nostre condizioni di salute, che a me limitano anche il camminare, e senza più un mezzo di trasporto è insostenibile continuare a vivere qui per noi. Siamo soli e isolati, a più di 2 chilometri dal paese, e per qualsiasi necessità è difficilissimo salire e scendere a piedi questa stradina per muoverci. Anche se dovessimo sentirci male, l’ambulanza qui non riuscirebbe ad arrivare. Purtroppo io sono soggetta ad alcune emorragie legate alle mie patologie, e per questo più volte nelle scorse settimane siamo dovuti correre al pronto soccorso». Delle loro preoccupazioni hanno informato amministrazione e Asl, ma «ci hanno detto – spiegano – che non possono aiutarci».

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