Casa inagibile, prete sfratta anziana «Paghi i lavori o la do ai profughi»




papa-francesco-abbraccioPapa Francesco lo ha detto solo poco tempo fa. Di fronte all’emergenza dei profughi che continuano ad arrivare ogni giorno in Italia e in Europa via acqua e via terra, il Pontefice ha invitato le parrocchie a mettere a disposizione case o spazi in un’ottica di accoglienza diffusa. Ora le parole potrebbero diventare realtà a Malamocco, antico borgo di pescatori al Lido di Venezia. L’occasione potrebbe essere un appartamento di 155 metri quadrati inagibile perché ha l’impianto elettrico e quello del riscaldamento fuori norma, e la parrocchia, retta da don Cesare Zanusso, non ha i soldi per sistemarli. Da cinquant’anni ci abita una parrocchiana di 77 anni, rimasta vedova da tre mesi. Lo scorso gennaio l’anziana ha ricevuto la lettera di sfratto, che oggi per la seconda volta l’ufficiale giudiziario e le forze dell’ordine cercheranno di rendere esecutivo. L’appartamento, dice la parrocchia, potrebbe essere messo a disposizione per ospitare dei profughi a patto che la Prefettura sia disposta a restaurare l’immobile.
«La casa è inagibile, l’impianto di riscaldamento e quello elettrico sono fuori norma, se succede qualcosa la responsabilità è della parrocchia – spiega don Cesare – ora la casa verrà chiusa, noi non abbiamo soldi per restaurarla. Seguendo le parole di papa Francesco, che ha invitato le parrocchie ad accogliere i profughi, potremmo mettere a disposizione la casa se la Prefettura o la Regione sono disponibili a eseguire i lavori necessari ad avere l’agibilità». L’inquilina in quell’appartamento abita da mezzo secolo e da sempre paga un affitto di 43 euro. Oggi si vedrà arrivare per la seconda volta l’ufficiale giudiziario con la forza pubblica. Di andarsene non ne vuole sapere perché pagare un affitto a prezzo di mercato con la pensione di reversibilità del marito per lei sarebbe impossibile. Ora la pratica è stata presa in mano dal Comune. Don Cesare spiega che l’affitto pagato dalla signora è fuori mercato, «con quella cifra non sono in grado neppure di pagare le tasse, è uno sfruttamento della parrocchia». Aggiunge il parroco: «Non la mando via, le avevo già chiesto di collaborare per rifare gli impianti e pagare un affitto congruo, ma non ha voluto. La parrocchia non può sobbarcarsi l’onere, qui nessuno dà un aiuto».
La signora, ricevuta la lettera di sfratto in gennaio, a giugno si è vista arrivare l’ufficiale giudiziario e si è rivolta alla Municipalità del Lido. Anche ieri il presidente Danny Carella, assieme a Matelda Bottoni della Consulta della Casa del Comune, l’ha incontrata. «Era molto spaventata dall’idea di essere buttata fuori casa e molto confusa – riporta Carella – mi auguro che si trovi un accordo con la parrocchia». La pratica è già stata inoltrata negli uffici comunali. Bottoni spiega che avendo una pensione, seppure bassa, la signora non rientra nei canoni previsti per l’Edilizia residenziale pubblica. «Purtroppo le proposte fatte dalla parrocchia sono avvenute tutte a voce – dice Bottoni – e il parroco non può pensare che la signora riesca a sobbarcarsi i lavori degli impianti e il rialzo dell’affitto a prezzo di mercato: si parla di un importo di 800 euro».




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