Gennaio 2015 arriva fino al cielo risuona

default-user-imageFinalmente il tanto atteso 2015 altri 365 giorni carichi di speranza, emozioni e traguardi da raggiungere. Che possa essere per tutti un anno ambizioso. Il nostro inizia con un’ avventura particolare a Roma teatro testaccio 9-10-11 gennaio Fino al cielo risuona.

“Fino al cielo risuona” nasce dalla crisi. Nasce dall’impossibilità di ignorare le tragedie che quotidianamente emergono nella cronaca: gli sfratti e i suicidi, la disoccupazione dilagante e l’assenza di assistenza per i nuovi poveri, ma nasce anche dalla ferma volontà di trovare una via per la soluzione, una speranza contro la disperazione apparentemente irresolubile.

Due monologhi, due matasse diverse ma complementari fra loro, due figure femminili che affrontano il loro vissuto con una sorte uguale: quella del cieco e del muto. Di sordo invece c’è la società che non ha troppa voglia di ascoltare un grido così rumoroso.

La cecità scelta o comunque cercata dalla first lady, moglie dell’onorevole, interpretata da Alessia De Bortoli, è una cecità che le permette di vivere una vita felice, anche se solo apparente. Una vita fatta di illusioni, di fiducia senza domande verso l’operare di suo marito, di verità strettamente unilaterali, che la porteranno ad una consapevolezza della realtà solo quando non ci sarà più nulla da fare, perché è già successo tutto e le parole sono semplicemente state scritte ormai da chi non può più pronunciarle.

Il mutismo, invece, è la soluzione scelta dalla seconda donna, rappresentata da Elisabetta Centore, che goffamente ed ironicamente si giustifica di fronte all’incalzare delle domande del giudice in un continuo gioco funambolesco dettato dal mascherare, confondere, non dire. Quanto mutismo c’è nella nostra società? Quanti di noi non dicono ciò che pensano? Per paura, per non compromettersi, per uniformarsi, per salvaguardare i propri interessi? La verità non manifestata viene fuori rumorosamente solo dai pensieri della donna che gridano una soluzione che è figlia di una ritrovata coesione sociale carica di speranza. Se per svegliarsi bisogna aprire gli occhi, per lottare bisogna zittirsi, girar le spalle e lasciar il vuoto, un vuoto assordante. Ribellarsi diventa silenzio.



La cecità della first Lady e le parole non dette della seconda donna si scontrano con i quotidiani che riempiono la scena. Giornali fitti di parole scritte, notizie, fatti ed episodi dei nostri giorni e anonimi scatoloni da imballaggio che si impilano e si appoggiano precariamente uno sull’altro, contenitori di soluzioni o vuote di sentimenti e azioni ingombranti? Restano in bilico sulla scena in cerca di un equilibrio così come la nostra società smarrita.

Una società ormai preda dell’isolamento e dell’individualismo sfrenato, lontana dal significato stesso del vivere comune: l’associarsi dei cittadini in un tessuto a misura di essere umano, in cui non ci sia spazio per l’indifferenza.

Lo spettacolo è organizzato in collaborazione con l’Associazione Angeli della Finanza, che presta gratuitamente assistenza professionale alle famiglie colpite dalla crisi, alla quale saranno devoluti gli incassi dello spettacolo.

Al mio prossimo articolo

Domenico Panetta – per info spettacolo Fino al cielo risuona

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