Questa è la storia di un impresario che rischia di finire per starda

Siamo nel comune di Giugliano, quella che raccontiamo è la storia di del sig. Vincenzo (nome di fantasia).

Basta pacche sulle spalle a mo’ di promesse, ora ci sono le bollette da pagare, lo sfratto incombente ed il frigo vuoto. Il 31 Marzo è il giorno entro il quale la famiglia M. dovrà lasciare la loro abitazione in via Biagio Riccio. Una famiglia giuglianese “da generazioni” con l’acqua alla gola, che affronta difficoltà indescrivibili per la sopravvivenza, e che ora rischia di finire in strada. A Vincenzo , sua moglie e i loro tre figli, i conti non tornano.

Papà Vincenzo , 64 anni, ha sempre lavorato ma all’improvviso si è ritrovato senza un’occupazione. Un passato da operaio, asfaltista e pescatore di telline, poi la crisi gli ha tolto tutto, il conto in banca, l’impresa e il lavoro, che anno dopo anno da giornaliero inizia a diventare saltuario, occasionale, inesistente. Senza le entrate iniziano a sfumare tante sicurezze e tanti sogni, come quella di commercializzare una sua invenzione mai brevettata, il sogno di una vacanza, di una casa sicura e la certezza di assicurare il cibo anche al cane “Willy”, un meticcio nero e bianco, di piccola taglia ma capace di regalare affetto e calore per l’intera casa.

Il capofamiglia pur essendo disposto a svolgere qualsiasi mansione, si è sempre visto chiudere le porte in faccia. Da ottobre non riesce a lavorare e questa settimana l’ultimatum dal padrone di casa al quale spettano 6 mensilità. I M. dovrebbero pagare 300 euro al mese. Ma si sono accumulati pigioni su pigioni. Le richieste di aiuto alle Istituzioni da parte della famiglia sono state saltuarie e poco insistenti. “Avevo quasi vergogna ma ora siamo in una situazione disperata. Non sappiamo più dove sbattere la testa, non chiediamo niente di superfluo. Non abbiamo nessuno che puó ospitarci. I miei figli hanno capito perfettamente la situazione, non vedono il mare da oltre 5 anni. Vogliamo solo un minimo per poter ripartire dignitosamente”. In questi anni mai nessun aiuto di natura economica, nessun alimento e nessun contributo scolastico nemmeno per la terza figlia, ancora minorenne, che ha dovuto lasciare la scuola dopo la terza media. “Sarebbe stata un’altra spesa aggiuntiva, l’iscrizione, il trasporto, l’acquisto dei libri di testo, spese che non potevo sostenere. A malincuore ho dovuto ritirare mia figlia da scuola” racconta Raffaele con gli occhi lucidi. “Lei ha voglia di studiare, il liceo artistico sarebbe il suo sogno, si è arrangiata con libri fotocopiati per un periodo ma poi è stata costretta a rinunciare” racconta Vincenzo mentre mostra un album con i disegni della figlia. “Abbiamo fatto domanda per gli alloggi popolari, ma ci hanno detto che il Comune non ha case a disposizione da assegnare. Chiedo una casa, anche piccola, dove stare coi miei figli. Adesso le istituzioni non possono tirarsi indietro o fingere di non conoscere il mio problema”.

Vincenzo lancia un appello ai Servizi Sociali. “La settimana prossima saremo sfrattati, resteremo senza casa e davvero non sappiamo dove andare. Non abbiamo alcun sostegno. I politici che chiedono i voti e poi davanti le problematiche serie latitano. Chiedo mi venga ridata la mia dignità”. Vincenzo è caparbio, orgoglioso, umile, quelli di vecchia generazione che non ama chiedere. Per la sua famiglia servono aiuti concreti, per evitare lo sfratto, aiuto dalle istituzioni, dai servizi sociali, e aiuto dalla comunità giuglianese L’unica cosa che resta a queste persone in procinto di perdere tutto è il coraggio di chiedere aiuto perchè quando si è toccato il fondo si può solo rinascere.

Se potete condividete, le istituzioni devono leggere!

 

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